Ad agosto 2025, l’affitto medio richiesto nel Regno Unito ha raggiunto il livello record di 1.577 sterline al mese. È quanto emerge dai dati pubblicati da Rightmove, il principale portale immobiliare britannico.
Cosa prevede la notizia
Secondo Rightmove:
- i canoni pubblicizzati sono aumentati del 3% rispetto a un anno fa;
- l’offerta di case in affitto è cresciuta dell’8% rispetto al 2024, ma resta ancora il 27% inferiore ai livelli pre-pandemia (2019);
- le zone con la crescita più alta sono nel Nord-Ovest dell’Inghilterra (+9,7%), mentre Londra registra l’aumento più contenuto (+2%).
Ecco i canoni medi richiesti per area (agosto 2025):
- Londra: £2.699 (+2%)
- Nord Ovest: £1.278 (+9,7%)
- Sud Est: £1.828 (+2,4%)
- East Midlands: £1.134 (+2,3%)
- Scozia: £1.141 (+2,4%)
- Galles: £1.107 (+2,6%)
Perché è importante e chi riguarda
Questa notizia è importante per:
- locatori: indica che il mercato rimane redditizio, con canoni in crescita soprattutto fuori Londra;
- inquilini: segnala che, nonostante una leggera ripresa dell’offerta, i costi restano elevati e la pressione sugli affitti non accenna a diminuire;
- investitori e policy maker: evidenzia l’importanza di incentivare l’offerta abitativa per bilanciare la domanda.
Impatto sul mercato
📌 Per i locatori
L’aumento dei canoni, unito a una domanda ancora sostenuta, rende il settore interessante. Tuttavia, la maggiore tassazione (come ricordato da Rightmove) potrebbe spingere alcuni proprietari a uscire dal mercato, riducendo ulteriormente l’offerta.
📌 Per gli inquilini
Chi cerca casa ha oggi più scelta rispetto a un anno fa, ma i prezzi record restano un ostacolo, soprattutto per i giovani e per le famiglie a reddito medio.
📌 Per il mercato complessivo
Il divario tra domanda e offerta resta la principale sfida: se non si interviene con politiche abitative mirate, il rischio è di vedere ulteriori aumenti nei prossimi mesi, specialmente nelle aree dove l’offerta è già scarsa.
Gli affitti da record nel Regno Unito confermano un trend di lungo periodo: il mercato resta sotto pressione, con prezzi che crescono più velocemente fuori dalle grandi città. Il messaggio per governi e operatori è chiaro: serve più offerta abitativa per evitare un ulteriore squilibrio tra proprietari e inquilini.